Gian Carlo Stella, 20 dicembre 2006

























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CHI ERANO I PROTAGONISTI
Gennaro SORA. Nato a Foresto Sparso (Bergamo) il 18 novembre 1892. Nominato sottotenente negli Alpini nel 1915, partecipò alla guerra mondiale guadagnando 3 medaglie d’argento ed 1 di bronzo al valor militare. Raggiungerà ne1 1928 una forte notorietà, per essere stato inviato alla ricerca dei naufraghi del dirigibile “Italia” rifugiati nella leggendaria Tenda Rossa. Su questa esperienza pubblicherà l’anno seguente il libro “Con gli Alpini all’80° Parallelo”. Nel 1937 Sora giunse in Africa, dove avrà il comando del battaglione speciale alpini “Uork Amba” e poi del XX battaglione eritreo (reparto in cui servì da sottotenente di complemento anche il giornalista Indro Montanelli), raggiungendo il grado di tenente colonnello. Prigioniero degli inglesi nel 1941, tornò in Italia nel 1945. Morì nel 1949.
Ugo CAVALLERO. Maresciallo d’Italia. Nato a Casale Monferrato (Alessandria) il 20 settembre 1880. Frequentò l’Accademia Militare di Modena e da tenente fu in Libia, dove alla battaglia di Ain Zara meritò una medaglia di bronzo al valor militare. Dopo la Scuola di guerra, nominato capitano, comandò la 9a Compagnia Alpini del battaglione Mondovì. Promosso maggiore, passò al Comando Supremo e nel 1917, da tenente colonnello, ebbe un ruolo importante nella difesa italiana contro lo sfondamento austriaco. Promosso colonnello sul campo, assunse la carica di Capo ufficio operazioni con Diaz e col generale Badoglio stese il piano difensivo della battaglia del Piave. Nel dicembre 1918 fu promosso generale di brigata (aveva 38 anni). Nel 1922 lasciò l’esercito e assunse incarichi direttivi in aziende private, sino a diventare presidente dell’Ansaldo di Genova Cornigliano. Nell’aprile 1925, su proposta di Mussolini e designazione del Re, gli venne affidato il sottosegretario alla Guerra, carica che resse sino al 1928. Collaborò con Mussolini alla riforma dell’organismo militare. Nel maggio del 1926 venne nominato senatore e nel 1928 creato conte. Nel 1936 fu promosso generale di corpo d’armata. Nel dicembre 1937 partì per l’Africa Orientale, dove il vicerè d’Etiopia Duca d’Aosta (che aveva sostituito Graziani), lo volle quale comandante delle forze armate. Dal luglio all’agosto 1938 ebbe l’incarico della sovrintendenza alla direzione degli Affari di Governo del Governo del Galla e Sidama, sino al giungere del nuovo Governatore Pietro Gazzera. Alla fine del 1939 venne richiamato in Italia, dove fu Capo di Stato Maggiore generale dal dicembre 1940 al gennaio 1943, sostituendo Badoglio. Per i successi strategici (battaglia di Mezzo Giugno e la conclusione della Campagna d’Albania) promosso Maresciallo d’Italia. Dopo il 25 luglio venne arrestato e rinchiuso a Roma a Forte Boccea, dove venne interrogato dal generale Carboni. Liberato dopo l’8 settembre, il 10 fu convocato da Kesselring presso l’Alto Comando tedesco a Grottaferrata (Frascati), nella ipotesi di una collaborazione con i tedeschi. Nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1943 in una villa di Frascati, morì probabilmente suicida con un colpo di pistola alla nuca. Lo stesso Kesselring ebbe a deporre nel 1947 al processo di Venezia: “Il Maresciallo Cavallero, dopo un lungo colloquio avuto con me, si è suicidato, nella notte, nel giardino della villa che io gli avevomesso a disposizione. Io ritengo con certezza che egli si siasuicidato per non volere assumere la carica offertagli di Comandante in capo delle nuove Forze Armate italiane, con Mussolini”. Sulla sua tomba è scritto: “Diede alle fortune d’Italia il piano di Vittorio Veneto, insegnò nella sfortuna che la vita è nulla dinanzi all’onore”.
Enrico CERULLI. Orientalista e diplomatico. Nato a Napoli il 15 febbraio 1898. Laureato in giurisprudenza, nel 1920 entrò per concorso in servizio coloniale. Fu in Somalia anche come Direttore degli Affari Politici, poi dal 1926 al 1931 in servizio presso la Legazione d’Italia in Addis Abeba, collaborando nei negoziati per il Trattato di amicizia italo-etiopico del 1928 ed alla Convenzione portuale e stradale Assab-Dessié. Nel 1927 compì un viaggio di esplorazione nelle regioni dell’Etiopia occidentale, raccogliendo dati geografici, etnografici e linguistici. Nel 1928-29 partecipò alla spedizione del Duca degli Abruzzi alle sorgenti del Uebi Scebeli. Nel 1932 fu direttore coloniale di 2a classe, Capo dell’Ufficio Affari Politici della Direzione Generale per le Colonie dell’Africa Orientale del Ministero delle Colonie, quindi membro della Delegazione Italiana all’Assemblea di Ginevra durante la vertenza italo-etiopica del 1935. Venne poi inviato sia in Atene che ad Amsterdam per tentare un accordo di pace con rappresentanti etiopici. Nel 1937 fu segretario generale di governo di 2a classe. Il 15 dicembre 1937 venne nominato Vice Governatore Generale dell’A.O.I., carica che resse sino al 5 maggio 1939. Fu il primo Governatore dello Scioa, con sede in Addis Abeba, dal 1° gennaio al 5 maggio 1939, sostituito dal gen. Guglielmo Nasi. Poi fu Governatore del Harar dal 5 maggio 1939 all’11 giugno 1940. A questa data era però in Italia, dove venne trattenuto per tutta la durata della guerra per ragioni di servizio con incarichi speciali, conservando la titolarità della carica di Governatore del Harar. Cessò dalla stessa con Decreto Ministeriale 4 settembre 1941. Nel novembre 1944 venne incaricato di preparare il negoziato di pace per la parte relativa ai territori d’Africa, partecipando a varie riunioni della Conferenza della Pace a Londra ed a Parigi, ed alla Conferenza Quadripartita, e infine alle sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e del Consiglio delle Amministrazione Fiduciarie sino al 1950. Dal luglio 1950 fu ambasciatore d’Italia a Teheran. Studioso di fama mondiale, fu Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, col quale istituì, dal 1973, seminari annuali di studi etiopici. Morì nel settembre 1988.
ABEBE’ AREGAI. Nato nel 1903, già capo della polizia di Addis Abeba col titolo di balambaras, aveva abbandonato la capitale etiopica con uomini e armi il giorno prima dell’occupazione italiana (5 maggio 1936), iniziando quella guerriglia di cui presto diverrà il leader. Nei 5 anni successivi ebbe frequenti contatti con le autorità italiane per trattare le condizioni della sua sottomissione. Per premiarlo dei suoi servizi, venne creato ras dal negus appena tornato in Etiopia. Assunse la carica di ministro della Difesa etiopico dal 27 novembre 1957. Venne ucciso durante il colpo di Stato in Addis Abeba del dicembre 1960.
Orlando LORENZINI. Nato a Guardistallo (Pisa) il 3 maggio 1890, venne nominato sottotenente di complemento nel gennaio 1912 e nell’ottobre trasferito in Tripolitania, iniziando così la sua lunga permanenza in Africa. Nel 1915 venne trasferito al R. Corpo Truppe Coloniali della Cirenaica, nel XIV Battaglione Eritreo (Libico). Promosso tenente nel 1915 e capitano nel 1916, partecipò nel 1918 alla guerra mondiale. Nel 1919 era Commissario Straordinario in servizio presso il Governatorato della Venezia Giulia. Poi lo troviamo in Albania e nuovamente in Tripolitania. Nel 1921 era nel Corpo di Spedizione d’Oriente, e nel 1923 nuovamente in Libia, dove partecipò alla rioccupazione del Gebel Centrale ed alle successive operazioni. Nel 1934 partiva per l’Eritrea e dal 1935 fece quella campagna militare dalla parte della Dancalia, al comando del XIV Battaglione Eritreo. Nel maggio 1936 era nel Governatorato di Gondar e nel 1937 assegnato alla XIa Brigata Coloniale, di cui diverrà comandante, con la quale partecipò alle operazioni di Polizia coloniale. Dal febbraio 1939 assunse il comando della IIa Brigata Coloniale e del Settore Nord-Ovest con sede in Debra Berhan, continuando le operazioni di Polizia coloniale. Allo scoppio della guerra mondiale partecipò alla occupazione del Somaliland, venendo promosso generale di brigata per Merito di Guerra. Quindi venne inviato con la sua brigata a Cheren. Nel gennaio 1941 ebbe l’incarico di comandante della IV Divisione Coloniale, con la quale fu alla difesa di Agordat e poi di Cheren. Qui troverà la morte combattendo gli inglesi lunedì 17 marzo, colpito da una granata. Venne decorato di medaglia d’Oro al Valor militare alla memoria. Era insignito dell’Ordine Militare di Savoia, di 5 medaglie d’argento, 1 di bronzo e di 3 promozioni per merito di guerra.
Amedeo di Savoia-Aosta. Già Duca delle Puglie, era nato a Torino nel 1898, primogenito di Emanuele Filiberto Duca d’Aosta e della principessa Elena di Francia. Volontario nella guerra mondiale, ottenne il grado di capitano nel 1917, guadagnando 2 medaglie d’argento ed 1 di bronzo al valor militare. Nel 1919 viaggiò e visse in Africa, dal Congo a Zanzibar sino al Transvaal. Nel 1925 fu in Libia al comando di truppe sahariane, raggiungendo il grado di tenente colonnello, e nel 1931 partecipò all’occupazione dell’aosi di Cufra. Il 4 luglio 1931, alla morte del padre, assunse il titolo di Duca d’Aosta. Trasferito nell’Aeronautica, venne nominato generale e comandante la Ia Divisione Aerea. Il 6 dicembre 1937 venne nominato Governatore Generale dell’AOI-Vice Re. Abbandonò Addis Abeba il 5 aprile 1941 sotto la pressione del generale britannico Cunningham, ripiegando sull’altopiano di Amba Alagi dove, con l’onore delle armi, dovette arrendersi agli inglesi nel maggio 1941. Morì in prigionia a Nairobi nel Kenia il 3 marzo 1942. Gli venne concessa la medaglia d’oro al valore militare alla memoria.
HAILÈ SELASSIÈ. Tafari Makonnen era nato a Giarsagorò (nel Harar) nel 1892, figlio di ras Makonnen, cugino del negus Menelik II. Venne nominato degiac e governatore della provincia di Garamullata a 13 anni dal padre. Menelik lo nominò governatore del Salalè, poi del Baso ed infine del Sidamo. Nel 1910 governò l’Harar, ed alla morte di Menelik (1913) entrò in urto con ligg Jasu, erede al trono. Nel 1916, dichiarato decaduto ligg Jasu, venne proclamato erede al trono ed imperatrice la figlia di Menelik, Zaouditù. Nel 1928 Tafari Makonnen firmò un patto di amicizia con Roma per la durata di 20 anni. Riceverà anche, dalle mani del Duca degli Abruzzi, il “Collare dell’Annunziata” (onorificenza che lo qualificava come cugino del Re d’Italia). Divenuto imperatore nel 1930, ras Tafari assumerà il nome di Hailè Selassiè I (“Forza della Trinità”), iniziando alcune riforme. Fattisi tesi i rapporti con l’Italia per via dell’incidente di Ual Ual, dopo una serie di battaglie perdute, il 2 maggio 1936 decise di lasciare Addis Abeba, dove tornerà il 5 maggio 1941, sostenuto dall’esercito britannico. Non conserverà astio nei confronti degli italiani, che protesse. Nel dicembre del 1960, durante una sua visita nell’America del Sud, avvenne un colpo di stato nel quale verrà ucciso il suo ministro Abebè Aregai. Ristabilito l’ordine, il negus verrà dichiarato decaduto dal Comitato Rivoluzionario (”Derg”) ed arrestato il 12 settembre 1974. Verrà trovato morto nel suo letto il 27 agosto 1975. Ebbe a dire nel 1970: “Debbo quasi tutto alla Gran Bretagna. Gli inglesi mi hanno ospitato, quando scelsi la via dell’esilio, e sono stati ancora loro a riportarmi in patria. Tuttavia, parrà strano, ma il popolo etiopico non ama la Gran Bretagna. Due soli paesi sono nostri amici e ci hanno capito: sono la Francia e l’Italia. Spero che anche i miei successori terranno fede a questa duplice costante”.