Le schede del Corno | ||
Gian Carlo Stella, 5 giugno 2005 | ||
La discendenza imperiale tigrina. Il deggiazmàcc Cassa Mercia, capo del Tembièn, discendente dal ramo imperiale salomonide per via di madre, salì al trono d’Etiopia il 21 gennaio 1872, e assunse il nome imperiale di Giovanni IV. Come Teodoro, Giovanni voleva riunificare l’Etiopia, ma si trovò subito in difficoltà: a sud Menelik, re dello Scioa, ambiva al trono in quanto discendente, per via paterna, dall’imperatore Libne Dinghìl; sui confini settentrionali e orientali premeva l’Egitto, che era anche subentrato all’impero ottomano nel controllo del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano, e aveva occupato il Senhìt in Eritrea e l’emirato di Harar in Etiopia. Nel 1875 una compagnia di 2.000 soldati egiziani avevano invaso l’Hamasièn. Giovanni mobilitò 2.000 soldati e li batté a Gundèt, nella valle del Marèb; l’anno dopo, con un esercito di 200.000 abissini, annientò 15.000 egiziani a Gura in una battaglia che durò 3 giorni. Gura pose fine alle ambizioni espansionistiche turco-egiziane. Nel maggio 1881 la rivolta del mahdi cacciò i turco-egiziani dal Sudan, e ciò provocò la fine delle loro ambizioni. Il 5 febbraio 1885 il colonnello Tancredi Saletta sbarcò a Massaua con 807 uomini e succedette ai turco-egiziani nell’occupazione del porto, ma alla periferia di quel dominio, gli italiani furono attaccati da ras Alula a Sahatì e a Dogali. Nel 1888 gli italiani rioccuparono Sahatì col gen. Alessandro Asinari di San Marzano, e Giovanni IV radunò 80.000 uomini che si posizionarono nei pressi del forte. Dopo alcune settimane Giovanni, ritiratosi dalle posizioni di minaccia davanti agli avamposti italiani di Sahatì, giudicando inopportuna un’avanzata o stancatosi di attendere un’offensiva italiana, mosse col suo esercito all’interno dell’Abissinia al fine di punire quei suoi tributari, quali Teclè Haimanòt del Goggiam e Menelik dello Scioa, che avevano dimostrato di tradirlo. Messo a ferro e fuoco il Goggiam, risolse di non accettare la battaglia con Menelik, preferendo arginare una pericolosa invasione dei dervisci sudanesi. Si scontrò con essi a Metemma, e quivi trovò la morte, non si sa bene se il 9, 10 o l’11 marzo 1889. Prima di morire nominò quale erede al trono ras Mangascià, che confidò essere suo figlio, avuto dalla moglie di suo fratello. I dervisci riuscirono a impadronirsi del corpo di Giovanni IV e ne staccarono la testa, che inviarono al califfo di Omdurman, successore del mahdi (questo era morto nel 1885). Il figlio legittimo di Giovanni IV, Araià Sellassié, avuto da una donna musulmana, certa Halima, era morto diciottenne nel giugno del 1888. Araià Sellassié era stato fatto sposare, appena decenne, con la figlia seienne di Menelik, Zauditù. Con la sua morte si spezzava l’unico legame che univa Menelik a Giovanni. GCS | ||
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