Gian Carlo Stella, 27 novembre 2020

Il fondo immagini della Biblioteca-Archivio “Africana”!

Nei primi tempi dell’occupazione italiana di alcun punti della costa africana Mar Rosso – seconda metà dell‘800 -, rarissimi furono gli scatti fotografici, e per ovviare al desiderio di molti di osservare e di far vedere quell’Africa, vennero scomodati disegnatori, che spesso immaginarono con molta fantasia quella realtà, arricchendo così giornali e riviste … ed i loro editori.

Negli anni ’30 del ‘900, con lo sviluppo della fotografia accompagnato dal costo abbordabile, quasi “popolare”, dello strumento, l’Africa divenne sempre meno misteriosa, e forse furono milioni le istantanee scattate dagli italiani in quella porzione di “Continente Nero”.

Le immagini sono un patrimonio da conservare, rimanendo l’unica testimonianza visiva di quel passato.

La Biblioteca-Archivio “Africana” conserva migliaia di immagini riferire all’Africa ex Italiana (Eritrea-Somalia-Etiopia-Libia), che illustrano luoghi, persone, attività militari e civili (la datazione delle stesse spaziano negli anni 1880-1990).

Il fondo, formato nel corso di oltre 50 anni, non è mai stato catalogato e solo in parte sommariamente diviso fisicamente per alcune tematiche.

Parte del fondo fotografico provvisoriamente “sistemato” per soggetto

Oltre le memorie scritte e in parte pubblicate, di quella stagione “Africana” rimangono le tracce nei luoghi, la memoria delle persone che l’hanno vissuta – partecipata o subìta -, e le immagini.

Queste ultime, è bene precisare, non “dimostrano” nulla, se non un “frame”, un fotogramma di un avvenimento di cui spesso non possiamo nemmeno intuire il contesto.

Uno dei 4 faldoni extra contenenti foto storiche
Alcune foto di italiani in Africa (epoca 1920-1980).

Catalogazione delle immagini

Aldilà della catalogazione fisica, il vero problema che si presenta quando si vuole illustrare o commentare una immagine, risiede nella cultura e nell’onestà del catalogatore.

La conoscenza delle cose è una condizione imprescindibile che deve spaziare a tutto campo, poiché solo dai dettagli – nel caso l’immagine non porti didascalie esplicative -,  è possibile individuare luoghi, situazioni, contesti, personaggi, epoche.  

Quindi un sapere di base sulla flora, la fauna, le etnie, le caratteristiche geologiche, gli edifici, ecc. di ogni luogo; per continuare con le espressioni della condizione e delle attività umane come oggetti, vestiti, abbigliamenti e acconciature, ecc.

Un ruolo particolare riveste l’ambito militare, dove il modello della divisa, l’arma, il fregio, sono basilari per datare ed inquadrare il contesto.

Lavoro di ricerca e di indagine non semplice, visti – ad oggi -, gli scadenti risultati di mostre, libri dedicati e didascalie di immagini.


Appendice

PROBLEMA GENERALE DELLA IDENTIFICAZIONE DELLE FOTO STORICHE. Analisi di un esempio dell’assenza italiana

Nel 2002 un professore dell’ European University Institute”, compilò una lista dei massimi storici militari italiani ai quali si rivolse avendo necessità di scoprire l’identità di un militare immortalato in una minuscola, vecchia e quasi sfuocata fotografia anonima. Personaggio certamente non comune, per via di alcune medaglie ed onorificenze che ostentava.

La domanda non sortì alcuna risposta valida, per cui si rivolse all’Iccd (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) -, ed infine – di rimbalzo -, anche alla nostra Biblioteca.

Questa la documentazione con il percorso esplorativo (nomi omessi per la privacy) nella email dello stesso ricercatore dell’ “European University Institute”:

“Da: “…” A: <….> Data invio: lunedì 13 maggio 2002 11.46 Oggetto: identificazione

Cari membri della lista,

Vi  volevo innanzi tutto ringraziare per gli emails ricevuti a proposito della mia richiesta di identificazione di un militare dalla sua fotografia. (Ringrazio qui anche chi, fuori della lista, ha dedicato un po del suo tempo a questo problema).

Il problema di come identificare fotografie storiche in Italia esula dal caso in questione e pone, più in generale, un quesito che si potrebbe affrontare anche in una lista di discussione perché il problema del riconoscimento mi sembra interessante da porre all’attenzione degli operatori storici delle biblioteche, degli archivi e fino agli studiosi di professione. Purtroppo non esiste una procedura “standard”, una banca dati o delle banche dati di riferimento alle quali rivolgersi in casi come quelli. Sarebbe davvero una bella sfida mettere su una rete -anche di persone collegate da una/questa lista- in grado di farsi carico di tali problemi legati alle fotografie storiche. Ma da dove cominciare?

Per amore del giallo -risolto !- vi mando dunque a tutti la soluzione che è stata molto gentilmente fattami arrivare attraverso … dell’università di …., da Gian Carlo Stella che, oltre a dare un nome al militare, ha anche fornito queste informazioni storiche al riguardo.

Mando copia di questo email anche a Gian Carlo Stella con i miei più vivi ringraziamenti per l’aiuto e la gentilezza con la quale si è dedicato a risolvere questa piccola enigma. Ecco cosa scrive Stella, responsabile dell’Archivio “Africana” e della Biblioteca di Fusignano, (RA) [email: <… >: Il militare in questione è il tenente generale Petitti di Roreto, conte Carlo.

Il percorso identificativo. La fotografia in oggetto mostra un ufficiale generale italiano in divisa ordinaria da campo. La ritengo scattata prima della seconda metà dell’anno 1920, per via dell’assenza di alcune medaglie che il militare aveva il dovere di portare se fossero state già istituite (medaglia “Commemorativa della Guerra 1915-18”, istituita con R. Decreto N. 1241 del 29 luglio 1920; medaglia “Commemorativa della Vittoria” (detta “Interalleata”), istituita con R. Decreto N. 1918 del 16 dicembre 1920; etc.).

> I generali italiani dal 1918 al 1920. Contrariamente a quanto si pensa, l’Esercito italiano contava migliaia di ufficiali generali, tra quelli in s.p.e. (Servizio Permanete Effettivo); in aspettativa per riduzioni di quadro, ed in congedo.

> Identificazione del grado. Il grado di questo militare è “tenente generale [lo si vede dai due filetti sopra la greca del berretto rigido] comandante di Corpo d’Armata” [costituito dal distintivo che ha sulla manica sinistra, composto da un galloncino rettangolare d’argento su cui sono 2 stelle soppannate di rosso tra una corona (tale distintivo di grado nacque con Atto N. 326 del 1902 del Ministero della Guerra)].

> Identificazione della divisa. L’uniforme che indossa è quella grigio-verde ordinaria da campo, adottata per gli ufficiali con la circolare N. 53 del “Giornale Militare Ufficiale” del l° febbraio 1909, subendo varianti con la circolare N. 24724 dell’8 dicembre 1915. Nel corso della prima guerra mondiale, in specie per gli ufficiali, subì numerose modifiche e trasformazioni sia nel tipo di stoffa che negli attributi.

> Identificazione del percorso militare del personaggio attraverso le medaglie e le onorificenze indossate. Con la visione delle medaglie e delle onorificenze, abbiamo una panorama di quanto il militare poteva ma sopratutto “doveva” fregiarsi sino al momento dello scatto della fotografa, “fermando”, purtroppo parzialmente, le sue partecipazioni sui teatri di impiego ed i meriti acquisiti. Il formato della fotografia in possesso non può essere ingrandito, e ciò a danno della identificazione precisa di tutte le medaglie e gli ordini che il militare in questione indossa. Ad una sommaria ricognizione, risulta però evidente che ebbe i maggiori meriti partecipando alla prima guerra mondiale non esclusivamente sul settore italiano, e ciò per le numerose medaglie ed onorificenze di Paesi esteri, tra le quali Francia, Grecia e Serbia.

> RESULTATO. Da quanto esposto e dalla comparazione di più fotografie del volto del personaggio, ritengo che il militare in questione sia il tenente generale Petittì di Roreto conte Carlo, nato a Torino nel 1862. Promosso maggior generale nel 1915, comandò la Brigata “Parma”. All’entrata in guerra d’Italia venne posto come Intendente della II Armata. Nel 1916 ebbe il comando della 35a Divisione con la quale combattè nel Trentino. Da qui venne inviato in Macedonia, dove rimase sino al maggio 1917 combattendo con Francia, Grecia e Serbia, rimando ferito e guadagnando l’Ordine Militare di Savoia. In seguito entrò fra i primi e fu il primo Governatore di Trieste. Il 25 agosto 1919 venne nominato Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri (cessando da tale carica il 29 ottobre 1921) e Senatore del Regno. Nel 1921 comandava il Corpo d’Armata di Firenze, e nel 1922 quello di Torino. Nel 1925 venne promosso Generale d’Armata e nel 1930 andò in posizione ausiliare. Morì nel 1933.“.

…………

Questa la email ricevuta dall’Iccd:Complimenti, il rebus non era facile da risolvere. Il procedimento logico di analisi mi pare di grande professionalità e capacità intuitiva. Grazie per aver fatto portato alla luce una realtà lavorativa come L’Africana e la Biblioteca di Fusignano, assolutamente sconosciuti”.  …