Gian Carlo Stella, 13 luglio 2005 |
Un avvenimento culturale insolito, quello che ha interessato la provincia di Ragusa: una mostra intitolata “L’Italia in Africa 1885-1943”, e che ha avuto il patrocinio degll’Assessore alla Cultura della Provincia, Enzo Pelligra, e dell’Assessore alla Cultura del Comune di Santa Croce Camerina, Gianfilippo Sallemi, assieme all’Associazione Combattenti di quest’ultima, un paese di circa 8.000 abitanti dove la mostra è stata collocata nei locali di Palazzo Ciarcià, una antica dimora gentilizia di fine ‘700 primi ‘800. Inaugurata dal Sindaco Lucio Schembari nel pomeriggio di sabato 25 giugno, l’esposizione interessa il percorso storico dell’Italia in Africa attraverso le divise coloniali indossate da italiani e militari indigeni nel corso dei quasi 60 anni di presenza italiana nel Continente Nero. Materiale di rilevante interesse storico, facente parte della raccolta di Mario Nobile, attento ricercatore e collezionista. La passione di raccogliere questo tipo di materiale nacque a Nobile da ragazzino dall’incontro con un vecchio ascari, come racconta egli stesso: “Avevo appena compiuto tredici anni, in quel settembre del 1958, quando, in gita a Roma con i miei genitori, gironzolando per il giardino zoologico, la mia attenzione fu attratta da una costruzione imponente, circondata da palme, dove campeggiava a lettere cubitali la scritta “Istituto per l’Africa Italiana”. Incuriosito entrai, seguito dai miei genitori, e di colpo mi trovai immerso in una atmosfera straordinaria, suggestiva, fantastica, fatta di colori solari, odori penetranti e gradevoli e di mille oggetti di ogni tipo e genere; ovunque uniformi nazionali e indigene, abiti africani di ogni foggia e colore, grandi carte geografiche colorate, armi e scudi di ogni tipo, quadri e ritratti di personaggi, figure esotiche, insomma un vero bazar orientale. Affascinato e piacevolmente stordito da quell’incredibile ambiente, cominciai a girare come una trottola per ogni stanza tutto osservando e toccando con la spontanea curiosità del tredicenne. Ad un certo punto mio padre mi chiamò per andare via, ma io, preso da quella entusiasmante frenesia, neanche lo ascoltavo. Fu allora che un signore anziano, dalla pelle nera e dai capelli brizzolati, che fino a quel momento era stato discretamente in disparte, ma sempre presente, si rivolse a me e, sorridendo, mi disse :- Obbedire padre -. Dopo tanti anni ho saputo che quella persona era un vecchio ascari che svolgeva funzioni di custode all’interno di quel museo africano, prima che lo stesso, negli anni ’60, venisse smembrato ed i cimeli collocati tra i musei delle varie armi. Da quell’incontro col vecchio ascari nacque in me l’amore per la “nostra” Africa e incominciò la mia avventura di collezionista “africano”. In questi anni Nobile ha raccolto molto materiale, ora in parte esposto a Santa Croce Camerino, ma che intende mettere a disposizione per la realizzazione di un Museo Civico stabile, monotematico, da creare nella città di Ragusa. Colloqui avuti con le autorità competenti fanno sperare nella riuscita di questa iniziativa culturale, che dovrebbe concretizzarsi nel prossimo autunno. Le bellissime sale di Palazzo Ciarcià hanno ospitato, tra l’altro, la suntuosa veste di un ras etiopico e la divisa da funzionario coloniale italiano con diverse uniformi degli ascari, tra cui un graduato del III battaglione coloniale “Galliano”, con lo stemma del reparto, un ascari della Regia Marina, uno Sciumbasci (maresciallo) della Regia Guardia di Finanza con gagliardetto, ed un carabiniere indigeno (zaptiè) dello Squadrone Vicerale in alta uniforme. Gli italiani nazionali erano rappresentati da una divisa completa da ufficiale dei Cacciatori della prima guerra d’Africa e da un graduato di cavalleria coloniale, due divise da generale di Brigata, un cappuccino cappellano militare, e la divisa completa del colonnello comandante dei Gruppi Sahariani, Duca delle Puglie. Un posto particolare era riservato al gagliardetto ed alla divisa del sottotenente del XXIII battaglione coloniale Antonio Barone, un ufficiale nato a Modica (Ragusa), il 15 gennaio 1910 e morto nel combattimento all’Amba Tzellerè il 22 dicembre 1935. Un grande cartellone a colori esplicativo riferiva della situazione in Africa alla vigilia della prima guerra mondiale. Una occasione straordinaria per quanti hanno potuto visitato la Mostra, per riflettere su una pagina ancora non spenta della storia nazionale italiana, rimasta aperta fino a tutta la prima settimana di luglio. |
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Articolo LA SICILIA del 6 luglio 2005 |
![]() Una panoramica |
![]() Sottotenente dei Cacciatori con cartellone esplicativo |
![]() Veste ras etiopico |
![]() Campagna dell’800, graduato di cavalleria |
![]() Acari della Regia Marina |
![]() Ascari del III Battaglione con gagliardetto |
![]() Sciumbasci della Guardia di Finanza |
![]() Zaptiè Guardia Vicereale e divisa comandante Sahariani (Duca delle Puglie) |
![]() Divisa da funzionario di Governo |
![]() Muntaz del V battaglione coloniale e cappellano militare |
![]() Gagliardetto del XXIII battaglione coloniale e divisa del ragusano Antonio Barone |
![]() Divisa coloniale da generale di brigata |
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