Beppe Storelli, 23 dicembre 2018

La “Ninna Nanna” dolce melodia natalizia composta da padre Carmine Giordano, ebbi occasione di udirla per la prima volta nella piccola cappella vescovile dei frati francescani che si trovava in una zona privata situata sulla destra della Cattedrale di Asmara. Ero in compagnia di mio fratello Gianni ed altri alunni che come me frequentavano il collegio dei Fratelli Cristiani di San Giovanni Battista de la Salle. Ricordo ancora la presenza con noi di Benito Arcidiacono, che per anni aveva solennizzato la Notte Santa galoppando per le strade della città su uno dei cavalli di suo padre.

Un episodio, questo, sperduto nella nebbia dei ricordi perché risale appena, si fa per dire, a circa settanta anni or sono.

Quella era la “nostra” Asmara crepuscolare, scapigliata, disinvolta, serena, maliziosa ed ingenua allo stesso tempo. Bella come un opera di Giuseppe Verdi o una poesia di Giosuè Carducci.

Dov’è più quella Asmara? Dove siamo finiti noi tutti? Che con i nostri primi jeans volevamo somigliare ad un Frank Sinatra, a un Giuseppe Meazza, o ad un Ettore Petrolini con la sua satira pungente e scanzonata, ma che ci intenerivamo alla grazia e alla dolce ingenuità della Ninna Nanna del Giordano? E in seguito sentendoci buoni e generosi volevamo che di quel raro godimento fossero partecipi gli amici unitamente ad una dolce creatura che più ci sentivamo vicina al nostro cuore.

Quella musica, sfidando da incoscienti il calo termico della notte, soffiava dentro di noi come un vento di Aprile, perché quassù ad Asmara anche a Natale è primavera!

Ormai da decenni l’armonia della ninna nanna, non risuona più nella piccola cappella dei frati, né si possono più rinnovare le fraterne amicizie giovanili colme di sogni e di speranze che allora ci sembravano certezze. La cappella adesso è adibita ad altri usi, non è più la piccola oasi di raccoglimento e di pace di noi giovinetti, e delle poche persone che con noi condividevano quei magici attimi.

Poco si sa della vita terrena di fra Carmine Giordano, compositore della “Ninna Nanna attorno al presepe di Gesù” perché questo religioso assorto in preghiere, penitenze e musica, visse in solitaria umiltà dentro le mura del suo convento. Mi risulta però che il 24 Dicembre del 1922 la sua Ninna Nanna fu eseguita per la prima volta durante i riti solenni per la consacrazione della Cattedrale di Asmara. Dopo di allora, quella melodia si diffuse in altre chiese sparse per l’Eritrea, invitando i residenti cattolici ad un irrinunciabile godimento spirituale. Quella notte del Natale del 1947, nella cappella del convento, tra qualche occhiata severa del celebrante per la nostra esuberanza giovanile a stento trattenuta, e la complicità del vecchio harmonium un po’ sbilenco e parzialmente corroso dai tarli, suonato dal mio professore di latino Fratel Tullio, gli riuscì di estrarre suoni dolcissimi dalla Ninna Nanna che il suo compositore lasciò volutamente disadorna.

Tra il profumo appena percettibile dei radi fiori di Hybiscus, che ornavano il modesto altare e quello sfumato dell’incenso che fra Egidio, con fatica riusciva a tenere acceso, le note assursero, colmando i vuoti della volta, ad una forza espressiva di gioia e di arcane conferme.

Asmara a Dicembre permeata ancor oggi, come in quei tempi, da un’atmosfera unica per le tonalità cromatiche che la natura assume, per i profumi delle spezie e gli effluvi dei cibi così particolari, sembra nata apposta per far riemergere ricordi lontani e ricondurre nella mente suoni e melodie dimenticate.

A me che, quasi indifferente, passo quotidianamente dinnanzi al frontale dell’Abbazia, mi chiedo a quanti fra coloro che questa notte celebreranno la Natività sarà offerta la gioia di poter ascoltare quelle semplici note, per poter rivivere, con me la più singolare delle veglie natalizie.

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Nonantola 24/12/2014