Nel lontano 1942 Giuseppe Bisogni e Giulio Giacchero erano gli autori della Vita di Giuseppe Sapeto, edita da Sansoni di Firenze, un’ottima biografia critica che, però, per certi aspetti risulta ormai datata. La non facile materia è stata finalmente rianalizzata da un grande esperto di storia delle esplorazioni, Francesco Surdich, il quale dopo anni di studi e ricerche ha mandato alle stampe la sua ultima importante fatica: L’attività missionaria, politico-diplomatica e scientifica di Giuseppe Sapeto. Dall’evangelizzazione dell’Abissinia all’acquisto della baia di Assab, pubblicata nel 2005 dalla Comunità Montana “Alta Val Bormida” [Piazza Italia 7, Millesimo (Savona), tel. 019-564344] come nono volume de I libri dell’olmo, “Collana di Studi Valbormidesi” diretta da Giannino Balbis.

I citati Bisogni e Giacchero, per loro stessa ammissione, non avevano potuto accedere a tutti i documenti esistenti sul e del Sapeto, cosa che invece ha potuto fare Surdich sia sull’operosità del missionario/esploratore nell’evangelizzazione svolta in Abissinia, sia sui rapporti successivi a Genova con Raffaele Rubattino e con il Consiglio della Camera di Commercio e Industria. “Un altro aspetto finora ancora poco approfondito – scrive Surdich – si poteva considerare l’attività scientifica e didattica di Sapeto, alla quale ho ritenuto opportuno dedicare un apposito capitolo di questa ricerca”.  L’Autore si è ampiamente servito delle diverse pubblicazioni del personaggio “per la ricostruzione delle sue spedizioni sia di carattere missionario che di carattere politico-commerciale che non sempre erano state adeguatamente analizzate nella loro genesi, nel loro svolgimento e nel loro significato”.

Il volume si sviluppa in sei corposi capitoli (I. L’attività missionaria e politico-diplomatica in Abissinia; II. Il dibattito sull’apertura del canale di Suez; III. L’acquisto della baia di Assab; IV. Le polemiche su Assab; V. Il ritorno ad Assab; VI. L’attività didattica e scientifica) e in una interessante appendice che ospita due documenti inediti scritti nel 1842 dallo stesso Sapeto e conservati negli Archivi della Congrégation de la Mission di Parigi, il tutto per 300 pagine (con note esplicative e relativa ineccepibile bibliografia).

Un testo, quindi, fondamentale su Giuseppe Sapeto, decano degli esploratori italiani del Corno d’Africa e del correlativo colonialismo. Unico neo, quasi sempre presente nelle pur ottime pubblicazioni di Surdich, è la completa mancanza di illustrazioni, fotografie e cartine geografiche, che invece abbellirebbero e snellirebbero il puntuale e rigoroso testo. Senza tenere conto della effettiva utilità delle stesse! Le figure, se stampate nel testo, hanno lo stesso costo di stampa delle pagine scritte, quindi quella di non metterle è semplicemente una scelta della maggior parte degli studiosi cattedratici che escludono l’iconografia per timore che il loro lavoro venga classificato come commerciale pertanto poco scientifico. Quando terminerà quest’arcaico modus operandi?