Manlio Bonati, 29 giugno 2006
Le conferenze fuori sede sono sempre occasione per nuove amicizie e per esperienze culturali tanto inedite quanto indimenticabili.
Già nel maggio 2002 fui invitato dal C.A.M.S. (Centro Ateneo per i Musei Scientifici, nato nel 1995) di Perugia in occasione della giornata di studi su Orazio Antinori, a parlare del personaggio con una dozzina di altri studiosi. I naturalisti dell’Università di Perugia, Sergio Gentili e Angelo Barili, organizzarono al meglio la manifestazione con piena soddisfazione degli ospiti e del numeroso pubblico. Fui, pertanto, molto lieto quando alcuni mesi fa ricevetti telefonate ed e-mail dagli amici Gentili e Barili per due diverse iniziative che stavano curando in tandem.
La prima si riferiva ad una intervista che avrebbe dovuto farmi il regista romano Mario Gianni per un documentario proprio sull’esploratore perugino Orazio Antinori, del quale avevo scritto vari articoli ed in particolare curato la riedizione del suo Viaggio nei Bogos (Perugia, EFFE Fabrizio Fabbri Editore, 2000, pp. LXXVI-240). Gianni e Barili erano stati in Etiopia per girare e commentare un documentario sulle orme di Antinori, che sarà realizzato in due versioni di 60 minuti cadauna, una ad uso del C.A.M.S. e una per la terza rete RAI. Al filmato hanno partecipato con le loro narrazioni storiche tre studiosi, Claudio Cerreti, Enrico Castelli e lo scrivente. Si avvale, inoltre, della partecipazione di Gentili, Barili e del loro collaboratore Mario Diana… che in alcune scene ricostruite ad hoc impersona, in modo ineccepibile, proprio il marchese Orazio Antinori del quale sembra il suo sosia! Mi hanno, per l’appunto, fatto vedere una bozza del DVD del regista Gianni, che ho trovato ben fatto nonché altamente culturale.
Io e mia moglie siamo giunti a Perugia nel primo pomeriggio di lunedì 19 giugno. Gentili ci ha portati in un agriturismo. Pur essendo già stati in altre località agrituristiche, siamo rimasti colpiti più che favorevolmente dal posto. Lontano soltanto 12 chilometri dalla città umbra, Torre Colombaia di S. Biagio della Valle risulta essere un’oasi di pace dove sono del tutto assenti i rumori e gli odori della civiltà moderna. La casa è raggiungibile soltanto dopo essersi inoltrati in un folto bosco, dove più avanti – incontaminato – uno stagno nascosto da una fitta e selvaggia vegetazione, con le immancabili rane, fa tornare i presenti indietro nel tempo. Era qui che Antinori andava a caccia delle sue prede che poi, specializzato nell’arte della tassidermia, imbalsamava. Luogo, quindi, Antinoriano come purtroppo non se ne vedono quasi più per il gusto sadico, venale e distruttivo dell’uomo sempre intento a dominare la Natura a scapito dell’ambiente e dell’ecosistema. E pensare che più di venti anni fa questo luogo rischiò di diventare un aeroporto!
Passiamo a martedì 20 giugno. La conferenza, Pagine di storia naturale. I “grandi naturalisti” letti e raccontati da…, si sarebbe svolta nel tardo pomeriggio nell’Aula Magna della Facoltà di Agraria.
Ci siamo presentati agli amici un paio d’ore in anticipo per visionare il documentario e per preparare la sala con reperti zoologici originali di Antinori e pannelli sull’argomento in parola.
Dopo i classici quindici minuti accademici di ritardo dall’orario predisposto e la presentazione del Dott. Gentili, l’esposizione ha preso il suo avvio davanti ad un pubblico per lo più di giovani universitari (quasi tutte ragazze). Ho letto e commentato il testo di Antinori, prendendo alcuni brani anche da Arturo Issel Viaggio nel Mar Rosso e tra i Bogos del 1872 , da Carlo Piaggia Le Memorie a cura di Alfonso Pellegrinetti del 1941, da Alberto Pollera Le popolazioni indigene dell’Eritrea del 1935 e da Roberto Bosi Dizionario di Etnologia del 1958. Il tutto con aneddoti, a braccio, sugli esploratori e sulle mie esperienze di studio e ricerca, come prescriveva la scaletta della serie mensile di incontri sulle Pagine di storia naturale. Alcune domande, sempre ben accette, hanno ampliato il discorso, che si è chiuso intorno alle 19.
Ma la giornata culturale non era finita! Ci hanno accompagnato nel centro di Perugia per vedere ed annusare la bella mostra Fedo 2006, odori nomadi: “non è solo un viaggio attraverso le fragranze dei popoli nomadi della Penisola Arabica e del Corno d’Africa, ma è anche l’occasione per focalizzare l’attenzione attorno ai progetti di cooperazione allo sviluppo e di solidarietà che l’associazione IPO porta avanti da due anni. L’azione IPO, oggi diretta alle popolazioni del Corno d’Africa, si propone di utilizzare a vantaggio delle comunità locali, l’immenso patrimonio di resine aromatiche e gomme naturali caratteristiche di quelle regioni”.
L’originale evento è stato curato e realizzato in collaborazione con C.A.M.S. dell’Università degli Studi di Perugia. Gli stessi organizzatori, nelle persone di Barili, Gentili, Tiziano Lilli e Luca Minchiatti, ci hanno portato ad una buonissima cena… etiopica, dove vigeva (o quasi) l’obbligo di mangiare senza le posate. Il cibo, naturalmente piccante, è stato degustato all’ostello della Gioventù di Ponte Felcino, cucinato dalla brava e simpatica cuoca Zeyd Ghebre Hadera.
Tutte le cose belle hanno un inizio ed una fine, ma il ricordo e le fotografie che seguono rimangono.











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