Manlio Bonati, 23 giugno 2015

Il lucchese Marco C. Mezzetti fin da ragazzino è stato sempre affascinato dalla figura dell’esploratore Carlo Piaggia (1827-1882), quando approfittando di bei pomeriggi di sole andava in bicicletta in una chiesetta a qualche chilometro da Lucca per posare gli occhi incuriositi “sull’immagine di quel personaggio affascinante, baffuto e barbuto, con lo sguardo pacato e bonario, ritratto a mezzo busto sulla base del campanile e scorrevo le parole incise sulla lapide sottostante, che parlano di favolosi viaggi in Africa, in terre lontane”. Da adulto, dopo la laurea in Scienze Biologiche, quest’interesse infantile l’ha portato ad acquistare testi di letteratura odeporica, in particolare quella africana. Il suo appartamento fiorentino è una libreria continua, complice anche la moglie Tiziana Fratini, che nel maggio 1998 ha curato il catalogo della Mostra Etnografica, esposta a Capannori dal 9 maggio al 6 giugno 1998, Carlo Piaggia e il suo viaggio tra gli Azande.

Dopo una breve biografia di Odoardo Beccari, pubblicata nel 1996 dal Centro studi “Clante”, è tornato all’antico amore per Piaggia, nato a Badia di Cantignano nel comune di Capannori in provincia di Lucca, con un’esperienza originale quanto inedita: il romanzo. L’editore Mauro Baroni di Viareggio, infatti, nel marzo 2005 gli ha pubblicato Carlo Piaggia. L’Africa nel cuore (250 pagine con XXXII pagine di inserto biografico ed iconografico sul personaggio; € 18), dove l’Autore mette in evidenza, narrando il periodo di vita tra i Niam-niam (1863), la personalità di Piaggia, uomo di pace. “Un uomo semplice. Non colto, almeno in senso accademico, ma desideroso di conoscere; che ha saputo vivere perseguendo le aspirazioni che aveva nel cuore, con un grande amore per la vita, per l’avventura e per tutti gli altri uomini, indipendentemente dalla loro cultura, dalla religione o dal colore della pelle”. Un esploratore buono, troppo moderno per i suoi tempi, dove il bianco predominava sulle altre culture, uno dei pochi che si fece amare dagli indigeni.

Mezzetti non fa fare alla sua fantasia voli pindarici, piuttosto segue ma sviluppa con maestria le vicende del suo eroe, sulla base dei diari che lasciò scritti, ricostruendo con una esatta documentazione storico/geografica il territorio dei Niam-niam (terra degli Azande, oggi Congo, Repubblica Centraficana e parte del Sudan), proprio come ce l’aveva nel cuore Carlo Piaggia.