Manlio Bonati
Carlo Citerni di Siena (n. a Scarlino, Grosseto, il 3/8/1873, m. a Roma l’1/8/1918), di nobile famiglia, era nipote del capitano di fanteria Pio Citerni che aveva sposato la sorella di Vittorio Bottego, Celestina.
Tra Bottego e il giovane ufficiale di fanteria nacque una grande amicizia. In pratica Carlo Citerni veniva considerato dalla parentela come “nipote” dell’esploratore parmigiano, che nel 1895 stava preparando la spedizione all’Omo. Si trattava di una missione che aveva un duplice scopo: provvedere alla fondazione di una stazione a Lugh, in Somalia, e procedere alla ricognizione geografica dei territori di confine verso il sud-ovest e l’ovest della sfera d’influenza coloniale dell’Italia, con la relativa esplorazione del corso del fiume Omo. Bottego come compagni di viaggio scelse Citerni, Lamberto Vannutelli, Maurizio Sacchi e Ugo Ferrandi, questi si fermò a Lugh per impiantarvi una stazione commerciale.
L’esplorazione ebbe successo, ma sulla via del ritorno, sul colle Daga Roba, la carovana fu distrutta. Era il 17 marzo 1897. Vannutelli e Citerni dovettero sopportare 98 giorni di dura prigionia. Alla fine furono portati ad Addis Abeba dove riacquistarono la libertà. Massone, come Bottego, Ferrandi e Sacchi, Citerni fu iniziato Libero Muratore il 16 dicembre 1897 nella loggia “Universo” di Roma. Nel 1899 l’editore milanese Ulrico Hoepli pubblicò L’Omo. Viaggio di esplorazione nell’Africa Orientale narrato da L. Vannutelli e C. Citerni.
A differenza del collega, Citerni subì sempre il fascino del Continente Nero. In effetti vi tornò a più riprese: in qualità di esperto di cose africane fu inviato, come osservatore e consigliere del Governo nel 1903 nella Somalia britannica durante la campagna inglese contro il Mad Mullah; sempre il Governo gli affidò l’incarico di capitanare una spedizione in Etiopia allo scopo di delimitare i confini tra l’impero Etiopico e la Somalia.
La missione si svolse dal 19 settembre 1910 al novembre 1911. Rientrava in Italia con il grado di capitano ed un incarico al Ministero degli Esteri. Contemporaneamente il re Vittorio Emanuele III lo nominava, con motu proprio, commendatore. Sempre per i tipi della Hoepli nel 1913 diede alle stampe Ai confini meridionali dell’Etiopia. Note di un viaggio attraverso l’Etiopia ed i Paesi Galla e Somali. Dello stesso anno è il suo manuale coloniale Come si viaggia in Affrica, edito a Roma dall’Ufficio di Studi Coloniali del Ministero delle Colonie.
Fu promosso maggiore ma nel 1915, all’inizio della Grande Guerra, era già tenente colonnello. Combatté da valoroso nel 139° fanteria sul Carso e più tardi con il 79° reggimento sul Pasubio. Fu inviato successivamente in Macedonia, dove si guadagnò le spalline di colonnello. Tornò nel suolo patrio con il grado di Brigadiere Generale e avrebbe dovuto andare a combattere sul nostro fronte, ma nell’estate del 1918 si trovava forzatamente a Roma per subire un’operazione chirurgica: aveva un tumore in bocca. L’intervento riuscì, ma il 1° agosto una sopravvenuta polmonite lo rapì ai vivi.
Bibliografia: Manlio Bonati, Vittorio Bottego, un ambizioso eroe in Africa, Parma, Silva Editore, 1997; id., Vittorio Bottego. Ricordi e lettere, in Aurea Parma, Parma, SEGEA, gennaio-aprile 1999, pp. 91-130; id., Vittorio Bottego. Coraggio e determinazione in Africa Orientale, Torino, Il Tucano Edizioni, 2005; id., Carlo Citerni: in missione con Vittorio Bottego, in Il Reduce d’Africa, n. 1-2, Milano, A.N.R.R.A., gennaio-febbraio 2006.
N.B. Manlio Bonati e Giancarlo Grassi stanno preparando la prima esaustiva biografia di Carlo Citerni, ricca di documenti inediti, per Il Tucano Edizioni di Torino (cfr. www.tucanoedizioni.com).
MB
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