Valeria Isacchini, dicembre 2017
18 novembre 2017 – 15 aprile 2018
Prosegue fino al 15 aprile, presso il Museo Castiglioni di Varese (viale Vico 46, all’interno del parco di Villa Toeplitz) la mostra “Adulis, la città perduta”.
Adulis, porto axumita sul Mar Rosso, fu uno dei principali scali di collegamento tra il Mediterraneo e l’Oceano Indiano. Nota nell’antichità come Terra di Punt, la regione commerciava avorio, oro, tartaruga, ossidiana ed altre merci preziose. Improvvisa la fine della città: potrebbe essere ricordata come una specie di “Pompei del Mar Rosso”, in quanto, come la città campana, scomparve improvvisamente, non per un’eruzione vulcanica, ma per un’inondazione, come le ricerche hanno dimostrato.
Il sito archeologico, che si estende su un’area vastissima (almeno 30 ettari) è dal 2011 sede di una ricerca italo-eritrea condotta dall’Università Cattolica di Milano, dall’Università Orientale di Napoli, dal Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana,
mentre architetti del Politecnico di Milano si occupano del restauro dei monumenti portati alla luce; coordinatori dell’iniziativa i fratelli Alfredo (recentemente scomparso) e Angelo Castiglioni.
Tra i ritrovamenti, di notevole importanza è un’imponente basilica della seconda metà del IV secolo, quindi di pochi decenni dopo che l’editto costantiniano del 313 d.C. aveva liberalizzato la fede cristiana; questo testimonia l’antichità della diffusione del cristianesimo nel Corno d’Africa.

La mostra traccia la storia di questo insediamento e, oltre a reperti, filmati e fotografie, rende con un modello olografico la struttura tridimensionale della basilica e ricostruisce al vero una parte dell’interno.
Particolarmente preziosa la possibilità di visitarla con la guida di Marco Castiglioni, che ha partecipato all’allestimento e che insieme al padre Angelo, spesso presente, illustra con passione e competenza (e con dovizia di particolari e aneddoti da parte di Angelo Castiglioni) i materiali esposti.

Oltre ai reperti di Adulis, il museo espone materiali etnologici, antropologici e archeologici relativi ad altre ricerche dei fratelli Castiglioni, noti studiosi ce per decenni hanno esplorato tutta l’Africa, conducendovi indagini dai sorprendenti risultati, come l’individuazione del sito di Berenice Pancrisia in Sudan o gli affascinanti graffiti rupestri, riprodotti in scala 1:1, dal Fezzan libico.
v. anche
http://museocastiglioni.it/il-museo/adulis-la-citta-perduta/
https://www.eritrealive.com/adulis-citta-segreta/
http://www.madote.com/2017/05/adulis-ancient-port-city-of-eritrea.html