“Nell’immagine di copertina sono rappresentati gli uomini della Compagnia Specialisti d’Africa mentre lavorano attorno all’aerostato Francesco Lana3, di cui si legge una parte del nome dipinto alla base del pallone”

Vincenzo Meleca, 11 gennaio 2014

Forse solo in pochi sanno che il primo impiego operativo di mezzi in grado di sollevarsi dal suolo da parte delle Forze Armate Italiane avvenne in Eritrea nel 1888. Durante l’Esposizione Nazionale Italiana inaugurata a Torino il 26 aprile 1884, un piccolo padiglione (“recinto Godard”) venne messo a disposizione dell’aeronauta Eugene Godard1 per i suoi famosi palloni frenati gonfiati ad idrogeno e sui quali vi era la possibilità di provare l’ebbrezza del volo2.

Dopo le esperienze fatte in Italia nel 1859, durante la Seconda Guerra d’Indipendenza ed in Francia, durante l’assedio di Parigi del 1870, il Ministero della Guerra incaricò il Tenente del Genio conte Alessandro Pecori-Giraldi4 di contattare Godard per approfondire la conoscenza dei palloni frenati in vista di un eventuale loro impiego da parte delle nostre Forze Armate5. Pecori-Giraldi accettò l’incarico ed iniziò le prime ascensioni, il 17 novembre 1884 con il pallone Etoile, pilotato da Godard e tre giorni dopo, il 20 novembre, con l’Eclair, questa volta da lui stesso manovrato.

Le sue valutazioni furono estremamente positive, tanto da convincere lo Stato Maggiore dell’Esercito a costituire in via sperimentale un reparto aerostatico6, come peraltro era già accaduto negli eserciti di altre Nazioni, come Francia, Gran Bretagna, Prussia, Russia e Spagna7, Nacque così il 6 novembre 1884 il Servizio Aeronautico del Regio Esercito Italiano con la costituzione, in seno alla Brigata Mista del 3º Reggimento Genio Telegrafisti di Firenze, della Sezione Aerostatica dell’Esercito, al cui comando fu posto il conte Pecori-Giraldi, primo militare in Italia ad aver ottenuto il brevetto di pilota di aerostato sferico. La Sezione aerostatica, pur restando in organico al 3° Reggimento Genio, iniziava ad operare nel 1885 dal Forte Tiburtino a Roma utilizzando due aerostati sferici di costruzione francese, in seta di China, battezzati Africo e Torricelli. La loro cubatura era di circa 550 metri cubi e il controllo del volume del gas avveniva mediante un’apposita valvola che in un pallone era di legno, nell’altro di metallo. La dotazione del reparto comprendeva anche un generatore di idrogeno e un verricello a vapore per la manovra del cavo di ascensione.

Diventata il 23 giugno 1887 Compagnia Specialisti del Genio8 e trasferita dal Forte Tiburtino a Castel Sant’Angelo con compiti, oltre a quelli tipicamente aeronautici di osservazione e rilevamento del terreno, anche fotografici, fotoelettrici e di telegrafia ottica, con Pecori-Giraldi, adesso promosso Capitano, sempre al comando, l’unità, a seguito dell’esito infausto della battaglia di Dogali9, fu inviata nel novembre di quello stesso anno in Eritrea con il Corpo di Spedizione10 comandato dal Tenente Generale Alessandro Asinari di S. Marzano11, cambiando la sua denominazione in Compagnia Specialisti d’Africa con servizio aerostieri.

Il piroscafo Vincenzo Florio

Il materiale giunse a Massaua in momenti distinti: il 14 dicembre 1887 arrivò con il piroscafo Archimede il materiale fotoelettrico e di telegrafia ottica, il 3 gennaio 1888 quello aerostatico, coni due palloni aerostatici, il Serafino Serrati12, da 180 metri cubi e l’Alessandro Volta, da 240 metri cubi con il piroscafo Vincenzo Florio. Un terzo pallone, il Francesco Lana, anch’esso da 240 metri cubi arrivò soltanto il 5 marzo, a bordo del piroscafo Scrivia13.Gli involucri del Serrati e del Lana erano di bodruche, una pellicola di pelle di intestino di bue o di montone, forniti dalla società britannica Maxim-Nordenfeld (la stessa che fornì qualche anno dopo l’involucro allo sfortunato esploratore polare Salomon Andrèe), mentre quello del Volta era in seta, fornito dalla società francese Yonne.

La Compagnia Specialisti si acquartierò prima ad Abd-el-Kader, una zona in terraferma a circa un chilometro a nord dell’isola di Massaua, mettendo in funzione attrezzature e palloni.

Pianta di Massaua La freccia indica l’area di Abd-el-Kader

Il 25 gennaio 1888, una parte della Compagnia, con il suo Comandante, i tenenti Cavara, Calligaris e De Gennaro, 66 militari, 5 cammellieri eritrei ed una quarantina di animali da soma si spostò ad Habashat, una località poco distante da Massaua lungo la strada per Dogali e Saati, lasciando due distaccamenti Macchinisti uno ad Abd-el-Kader con 10 militari al comando del tenente Magni ed un altro con una decina di militari ed un sottufficiale al Forte Vittorio Emanuele, nonchè pochi altri uomini con alcune stazioni ottiche al Comando di Massaua ed al Piano delle Scimmie, località a metà strada tra Massaua ed Habashat.

Il 1° febbraio le truppe italiane si attestarono a Saati, da poco riconquistata, in attesa di capire le intenzioni degli abissini di ras Alula che, dopo la battaglia di Dogali, erano rimasti in zona, nel tentativo di evitare che gli italiani risalissero le pendici dell’altopiano arrivando fino ad Asmara e magari, da lì, fino ad Addis Abeba.Compito della Compagnia, che partecipò alle operazioni agendo di volta in volta nei pressi del forte di Saati o dal vicino Monte Maraito, inizialmente con i due palloni aerostatici Serratie Volta e soltanto dal 19 marzo con il Lana, era proprio quello controllare le mosse degli armati abissini.

Saati: lo Stato Maggiore del Capitano Pecori-Giraldi

L’attività veniva svolta con ascensioni frenate, cioè con i palloni tenuti sempre vincolati al terreno mediante un cavo, ed il raggiungimento di quote fino a 500 metri.Le ascensioni cominciarono il 3 febbraio e fino al 30 marzo non ci furono avvenimenti degni di menzione, con un comportamento del materiale aerostatico giudicato nel complesso soddisfacente. Il consumo di idrogeno è abbastanza rilevante, tanto che per una ventina di giorni, dall’8 al 26, non si effettuano ascensioni. Si approfitta di questa pausa per interventi di manutenzione agli involucri, in particolare riverniciando quello di seta del Volta.

Nel frattempo, il 19 marzo è arrivato a Massaua il piroscafo San Gottardo con 100 bombole di idrogeno, di cui 69 arrivano al distaccamento una settimana dopo, consentendo così di riprendere le attività, prima con il Volta e poi con il Lana.

Saati: l’accampamento della Compagnia Specialisti aerostieri

Proprio dal Lana, il 30 marzo, alla seconda ascensione, da 400 metri di altezza si scopre “nella conca al di là del Digdigtà, fra Sabarguma ed Ailet, le tende del campo abissino. Si vede distintamente una grande tenda rossa conica (forse del Negus), altre due grandi tende bianche vicine a quella e qua e là una trentina di punti bianchi che sembrano tende più piccole”.

L’osservatore ne dà notizia a terra col telegrafo ottico di bordo e da terra, sempre col telegrafo ottico, si informa della scoperta il comando.

Per altri tre giorni le ascensioni non fanno altro che confermare quanto già osservato, poi, però, il 3 aprile, la novità, subito trasmessa al Comando: “Il campo nemico è diradato, la grande tenda rossa e le due bianche sono scomparse.”

Cosa è accaduto? Come risulta dalle affermazioni fatte da Yosef Negusiè, segretario di Menelik al conte Pietro Antonelli, rappresentante del Regno d’Italia alla Corte etiopica il 17 maggio e dall’Antonelli riportate al Ministero degli Esteri il 18 giugno, i soldati abissini, alla vista dei palloni che si libravano alti nel cielo si erano intimoriti tanto da dire ai loro capi: “Possiamo affrontare un esercito di uomini, ma non un esercito di Dio che viene dal cielo.”

Come se non bastasse la vista degli aerostati, anche l’impiego dei riflettori elettrici in occasione di una sortita notturna di una ventina di armati inviati da Ras Alula nei pressi del forte di Saati sortì un effetto simile a quello della vista dei palloni, determinando così il repentino e completo ripiegamento delle truppe abissine che abbandonarono la zona attestandosi sull’altopiano14.

Non essendo stato ritenuto che la Compagnia Specialisti potesse più operare con una certa utilità, il 6 aprile 1888 il distaccamento aerostiero iniziò le operazioni di sgonfiamento dei palloni e di sistemazione del materiale di supporto, in vista del ritorno in Patria.

Schizzo della zona di operazioni tratto dal Diario storico della Compagnia Specialisti

Il 23 aprile tutti i distaccamenti della Compagnia si riunirono ad Abd-el-Kader ed il 30 il reparto si imbarcò sul piroscafo Domenico Balduino.

Si concludeva così la prima missione militare operativa italiana di un reparto dotato di mezzi aerei “più leggeri dell’aria”.

Per assistere al primo impiego operativo mondiale di un mezzo aereo “più pesante dell’aria”, occorrerà attendere ancora 23 anni, quando il 1°novembre 1911 il Sottotenente pilota Giulio Gavotti dall’abitacolo del suo Etrich Taube lancia tre bombe Cipelli da un chilogrammo e mezzo di peso su un accampamento turco ad Ain Zara e una bomba sull’oasi di Tripoli, staccando il detonatore con i denti.

Nel 1889 la Compagnia Specialisti entra nell’organico della neocostituita Brigata mista del Genio, articolata in una Compagnia treno per il trasporto dei materiali in dotazione e una Compagnia specialisti e quindi, nel 1894, anche a seguito della positiva esperienza in Eritrea, diventa autonoma, trasformandosi in Brigata Specialisti, con sede nella caserma Cavour di Roma.

Come annotazione di colore, va ricordato che in occasione della missione in Eritrea, i militari della Compagnia fregiarono il loro copricapo con una nappina azzurro cobalto come distintivo di specialità, colore che sarà poi quello adottato ufficialmente dell’Aviazione leggera dell’Esercito.

Bibliografia

-Chiusano Amedeo e Saporiti Maurizio, Palloni, dirigibili ed aerei del Regio Esercito (1884 -1923), Stato Maggiore dell’Esercito -Ufficio storico, 1998,

-Lioy Vincenzo, L’Italia in Africa, Serie storico-Militare, Volume Terzo -L’opera dell’Aeronautica, Tomo I -Eritrea e Libia (1888-1932). Istituto Poligrafico dello Stato, Roma 1964

-Catalanotto Baldassare e Pratt Hugo, In un cielo lontano. 70 anni di Aeronautica Militare. Lizard Edizioni, Aeronautica Militare, 1994


Note

1 Eugene Godard fu un famoso aeronauta francese (Clichy, Parigi, 1827-Bruxelles 1890). Effettuò oltre 1.500 ascensioni in pallone, anche a scopo militare, come quando nel 1859, nel corso della seconda Guerra d’Indipendenza, durante la battaglia di Solferino, ne effettuò alcune per controllare i movimenti delle truppe austriache (la cronaca dell’avvenimento è riportata sul n. 118 del 1859 del settimanale francese Le Monde Illustrè), nonchè durante l’assedio di Parigi (1870-71) per controllare i movimenti delle truppe prussiane e dirigere il fuoco d’artiglieria francese. Godard va ricordato anche per aver organizzato il primo servizio di posta aerea, sempre utilizzando palloni aerostatici.

2 L’inizio non fu dei più fortunati: il giorno dopo dell’inaugurazione, durante un furioso temporale, il pallone aerostatico venne colpito da un fulmine e l’idrogeno contenuto prese fuoco, disintegrandolo. Fortunatamente, a causa del cattivo tempo,non vi erano passeggeri a bordo e non vi furono neanche feriti a terra.

3 Francesco Lana (Brescia, 13 dicembre 1631 – 22 febbraio 1687) gesuita, matematico e naturalista italiano, è considerato uno dei fondatori della scienza aeronautica. A lui si deve l’idea, propostanel suo libro “Prodromo” del 1670, di realizzare un velivolo volante più leggero dell’aria.

4 Nato nel nel 1858 a Borgo San Lorenzo (Firenze) da una famiglia di lunghe tradizioni militari, Alessandro Pecori-Giraldi viene inviato all’Accademia Militare dalla quale ne esce nel 1879 con il grado di sottotenente. Nel frattempo, essendo un appassionato di meccanica e di tecnica, consegue anche una laurea in ingegneria; quindi entra nell’Arma del Genio. Dopo l’esperienza maturata con i palloni frenati prima in Italia e poi in Eritrea, il 17 luglio 1893 lascia gli aerostati perché destinato alla Direzione del Genio Militare di Napoli per affiancare i tecnici inglesi della Armstrong Mitchell & Co che ha impiantato un importante stabilimento di artiglierie a Pozzuoli.Nel 1900, dopo che il direttore inglese rientra in Gran Bretagna, lascia l’Esercito e gli viene affidata la guida dello stabilimento. Le competenze acquisitegli consentono di realizzare importanti accordi con l’Ansaldo e l’ILVA,tanto che nel 1917 diventa anche vice presidente degli industriali di Napoli. Dopo essere stato insignito motu proprio dal Re di varie decorazioni, tra cui quella di Grand’Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia. Alessandro Pecori Giraldi muore nel 1948.

5 In realtà, anche nel 1804, dopo aver visto che Napoleone aveva iniziato a utilizzare i palloni aerostatici per scopi militari, L’esercito del Regno di Sardegna effettuò degli esperimenti nell’Arsenale di Porta Palazzo a Torino, provando vari modelli di palloni aerostatici per utilizzi bellici, senza però che l’esperimento avesse seguito. La cosa colpì tanto profondamente la gente, che si iniziò a chiamare quel luogo “il posto dei Balôn” e ancor oggi il quartiere dell’Arsenale viene chiamato “il Balôn“. (cfr. http://www.comune.torino.it/cultura/biblioteche/iniziative_mostre/mostre/volo/)

6 Ricordiamo che l’impiego militare di palloni aerostatici avvenne anche nel 1861 da parte dell’Esercito federale durante la guerra di Secessione, nel 1867 da quello brasiliano nella guerra contro il Paraguay.

7 La Francia dal 1794, la Gran Bretagna nel 1879, la Prussia nel 1883, la Russia nel 1884 e la Spagna nel 1896.

8 Con legge 23 giugno 1887 n. 4593, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del Regno 28 giugno 1887 n. 150

9 La battaglia di Dogali, località situata a circa 20 km da Massaua, avvenne il 26 gennaio 1887. Gli armati abissini, al comando di Ras Alula,erano riusciti a circondare e poi massacrare i quasi 500 uomini della colonna del Tenente Colonnello Tommaso De Cristoforis.

10 Il corpo di spedizione, forte di 20.000 uomini al comando giunse in Eritrea a partire dall’ottobre del 1887, ma rimase per diversi mesi nei suoi acquartieramenti di Massaua, in attesa dell’esito di una missione diplomatica britannica inviata presso il negus per riportare la pace tra Italia ed Etiopia. Fallite le trattative, il 1º febbraio 1888 San Marzano mosse le sue truppe e rioccupò il presidio di Saati, abbandonato popola sconfitta di Dogali, fortificandolo pesantemente. Nel marzo dello stesso anno, il negus Johannes mosse con un grosso esercito verso Saati, attestandosi a poca distanza dalle posizioni italiane; i due eserciti si fronteggiarono dalle rispettive posizioni senza arrivare ad uno scontro armato, fino a che, nell’aprile seguente l’esercito del negus, falcidiato dalle malattie ed intimorito dalla presenza di forti aliquote di artiglieria italiana, assistita da un reparto di aerostieri, non decise di ritirarsi.

11 Nato a Torino il 20 marzo 1830, Alessandro Asinari di San Marzano si iscrisse all’accademia militare torinese uscendone appena diciottenne col grado di Sottotenente di cavalleria. Prese parte a vari conflitti: nel 1848 alla Prima guerra d’indipendenza italiana, nel 1853 alla Guerra di Crimea(nella quale venne promosso Tenente), nel 1859 alla Seconda guerra d’indipendenza italiana (venendo promosso Capitano ed entrando a far parte dello Stato Maggiore dopo la Battaglia di San Martino ove si meritò anche la medaglia d’argento al valor militare), all’intervento dell’esercito Piemontese del 1860 negli Stati pontifici e nel Regno di Napoli (dove venne promosso Maggiore per meriti di guerra), alla Terza guerra d’indipendenza del 1866 (dove, dopo la Battaglia di Custoza, ottenne la croce da Ufficiale dell’Ordine militare di Savoia e la promozione a Colonnello). La sua carriera proseguì, dopo aver preso parte alla presa di Roma nel 1870, venendo promosso nel 1877 Maggiore Generale, poi Tenente Generale nel 1883, sino ad ottenere il comando della divisione di Alessandria. In campo coloniale fu governatore di Massaua nella colonia della Eritrea italiana dal 1887 al 1888. Fu Ministro della Guerra del Regno d’Italia dal 1897al 1899 in tre diversi Governi. Si spense dopo una lenta malattia il 16 febbraio 1906 a Roma.

12 Serafino Serrati, fu un monaco toscano del ‘700 che, oltre ad una serie di ricerche sulle possibili applicazioni dell’energia a vapore su vari tipi di macchine (sperimentò intorno al 1795, sull’Arno una barca che sfruttava l’energia del vapore, cosa che trovò spazio su alcune pubblicazioni scientifiche inglesi dei decenni successivi) si occupò anche di ricerche sui palloni volanti dirigibili che fanno di Serrati un pioniere anche nel campo del volo aereo.

13 Secondo altre fonti, invece, il piroscafo era invece il Volta, che, per singolare coincidenza, portava lo stesso nome di uno degli altri due palloni giunti in precedenza.

14 In realtà la ritirata fu dovuta anche alle malattie che falcidiavano le truppe abissine ed alla scarsità di vettovagliamento. Furono le truppe comandate dal Generale Antonio Baldissera che, procedendo con cautela, risalirono le pendici orientali dell’altopiano etiopico, occupando il 26 luglio 1889 la città di Cheren ed il 3 agosto Asmara.