Finale Ligure 31 agosto e 1 settembre 2013, Convegno organizzato da Marco Viganò

Greg Wooford

https://www.academia.edu/5157745/How_Cyclo_tourism_can_help_developing_Countries_with_particular_reference_to_the_Ethiopian_East_By_Greg_Wooford_CTC_UK

Can interferometric synthetic aperture radar InSAR help finding water for Harar? Munib Wober, Harvard University and Harar Nature & Heritage Conservancy.

https://www.academia.edu/5157787/Can_interferometric_synthetic_aperture_radar_InSAR_help_finding_water_for_Harar_Munib_Wober_Harvard_University_and_Harar_Nature_and_Heritage_Conservancy

The Lost Wood. African seamasters across the Indian Ocean. Marco Viganò, Misrak Kirs Association, Ethiopia.

https://www.academia.edu/5160222/The_Lost_Wood_African_seamasters_across_the_Indian_Ocean_Marco_Vigan%C3%B2_Misrak_Kirs_Association_Ethiopia

Antinori, Franzoj e Bottego: tre italiani nell’Africa Orientale Italiana, alla ricerca dell’Ignoto. By Manlio Bonati, Historian, ilcornodafrica.it

https://www.academia.edu/5160088/Antinori_Franzoj_e_Bottego_tre_italiani_nellAfrica_Orientale_Italiana_alla_ricerca_dellIgnoto_By_Manlio_Bonati_Historian_ilcornodafrica_it

Harar Nature & Heritage Conservancy Position Paper, by Munib Wober.

https://www.academia.edu/5160121/Harar_Nature_and_Heritage_Conservancy_Position_Paper_by_Munib_Wober

PROFILO DEI FOTOGRAFI

ALTIPIANI DELLE MERAVIGLIE                           VOLTI D’OROMIA

fotografie di Laura Rodolfi                      fotografie di Marco Adorno

Nell’Etiopia centro-orientale, ad oltre 500 km da Addis Abeba, si trova la regione dell’Est Hararghe. Siamo a circa 400 km dalle coste più vicine, quelle sul golfo di Aden, ma il ritrovamento in queste zone di antiche monete indiane (III sec) e cinesi (XI sec.) ha rivelato che questi luoghi, sperduti tra i freschi altopiani etiopi, vicino ai monti Ahmar,  si  trovavano  in  realtà  lungo  le  vie  di  comunicazione commerciale con la Penisola Araba, l’India e l’Estremo Oriente.

Dai porti di Gibuti e della costa settentrionale somala, questa versione africana  della “via  della  seta”  s’inoltrava  nel  continente  nero: carovane di cammelli trasportavano attraverso i deserti somali e le montagne più aride le merci di quel tempo, tra cui avorio, smeraldi nubiani, incenso e mirra. Più all’interno, il clima fresco ed umido degli altipiani etiopi imponeva l’utilizzo di un mezzo di trasporto più umile ma più versatile, l’asino.

La stessa Harar, città santa e celebre perla architettonica, inserita nove anni fa nel Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO, è stata per secoli un importante centro commerciale sulle vie di comunicazione tra l’interno dell’Etiopia e il Corno d’Africa, e quindi con la Penisola Araba.

Da Harar, in 70 km di piste tortuose s’arriva a Gursum (Fugnan Bira), polverosa cittadina a 2000 metri di quota, ai piedi del grande “naso” roccioso del Monte Stinico, e punto di partenza per l’esplorazione di una zona tanto sconosciuta quanto affascinante, dove il turismo non è ancora giunto ad alterare la vita della popolazione.


Qui  attorno  si  celano  valli  incantate,  in  cui  le  curiose  forme tondeggianti di rosse rocce granitiche emergono da una vegetazione rigogliosa, ricca di fioriture e di coloratissimi uccelli, e dove è facile incontrare babbuini amadriadi, agili saltarupi o le simpatiche procavie. Appena lasciate le tortuose strade carrabili, i villaggi appaiono integri nella propria architettura semplice e suggestiva: capanne circolari di terra rossa e tetti conici di paglia.

Una ventina di chilometri più a nord di Gursum, i 2.900 metri d’altezza del Monte Kundudo, un’imponente montagna piatta (amba), svelano suggestivi paesaggi modellati dal duro e paziente lavoro dei contadini Oromo, che hanno cesellato i pendii con pietrosi terrazzamenti e trasformato le vallate in verdissime colture agricole.

Oltre a questi suggestivi aspetti naturalistici ed etnografici, la zona è interessante  anche  per  la  presenza,  recentemente  scoperta,  di numerosi siti di pitture rupestri, oltre che di splendide grotte calcaree.

Le due mostre si riferiscono ad una spedizione effettuata nell’aprile 2010, sotto la guida di Marco Viganò, durante la quale è stato per la prima volta documentato il sito di pitture rupestri di Goda Roriso, Aredda Ibssa, presso Gursum.

Nelle due sezioni, i due autori indagano – ciascuno con il proprio linguaggio – da una parte gli aspetti paesaggistici ed architettonici della   regione,   dall’altra   quello   sociale   ed   etnografico   della popolazione.

Gli autori:

VOLTI D’OROMIA

Marco Adorno,

Nato a Gavirate nel 1969, da anni svolge la sua attività di fotografo professionista. Formatosi all’Istituto Italiano di Fotografia di Milano, ha sviluppato, parallelamente all’attività di reportagista, il suo interesse per la ricerca fotografica,   con   grande   attenzione   per   la   composizione   ed espressione mediante varie tecniche, dal bianconero tradizionale, alla fotografia digitale, passando per l’istantanea Polaroid. Collabora coi membri del collettivo Italian Beef Studio, di cui è co-fondatore.

Tra le principali esposizioni:

JACK’S LIFE (somelikeitdog), Alibi Gallery, Milano 2008.

UN ALTRO SGUARDO 2008 – “Pentesilea”. Spazio espositivo Maché, Torino 2008.

SEGNI 20×20 – “Still”. EcoCasa La Perla, Torino 2008.

L’ARTE SALE IN TRAM – “Still””. Piazza Castello, Torino 2008.

UN MESE A PONTE, SGUARDI OSPITI SULL’ANTICO BORGO. Teatro Comunale, Ponte in Valtellina 2008.

ESPRESSIONI  ITALIANE  ARTI  VISIVE       –    “Polaroid  Tales”.  Atene  e Salonicco, 2009.

UN ALTRO SGUARDO 2009 – “The Village”. Eco Casa Perla, Torino, 2009. SEGNI 20×20 – “Pentesilea”. Teatro Stabile, Torino 2009
L’ARTE SALE IN TRAM 2009 – “Pentesilea”. Piazza Castello, Torino 2009. UN MESE A PONTE, SGUARDI OSPITI SULL’ANTICO BORGO (Replica). Biblioteca “Luigi Credaro”, Sondrio 2010

I FOTOGRAFI DI LIBERODISCRIVERE IN MOSTRA 2000/2010. Auditorium dei Musei di Strada Nuova” – Palazzo Rosso, Genova 2010.
WE LOVE POLAROID – “Polaroid Tales”.

MARCO ADORNO Fotografo

NeroStudio P.zza Manzoni, 2 21052 Busto Arsizio (VA)
e-mail: marcoadorno@blackdove.it; www.marcoadorno.it

ALTIPIANI DELLE MERAVIGLIE

Laura Rodolfi, classe 1964, architetto e appassionata di fotografia, nel tempo libero si dedica alla fotografia di paesaggio e di natura, oltre che ai viaggi, altra sua grande passione. Per diversi anni è stata socia dell’AFNI (Associazione Fotografi Naturalisti Italiani). Dal 1993 svolge regolarmente incarichi professionali anche nell’ambito della fotografia, come la realizzazione di calendari fotografici in cui ha sviluppato,  per 20  anni, temi  legati all’architettura  tradizionale  e storica del territorio varesino e insubrico.

Altre pubblicazioni:

Nel 2003 ha pubblicato una guida all’architettura rurale del Varesotto. Collabora regolarmente con la rivista di turismo culturale “Itinerari e Luoghi”,  per  la  quale  realizza  servizi  proponendo  itinerari  alla scoperta  di  giardini  italiani  ed  europei.  Ha  esposto  in  mostre fotografiche  collettive,  sia  a  livello  locale  sia  all’estero (Arles), nell’ambito delle attività dell’associazione fotografica “Click Art’s” di Castellanza (VA), di cui è stata vice-presidente.

arch.laurarodolfi@gmail.com