Beppe Storelli, gennaio 2019
Ovviamente, parlando delle belle fanciulle di Asmara, faccio riferimento per lo più, a quelle della mia generazione che sono le asmarine settantenni.
Le asmarine settantenni di oggi, sono le ragazze tenere, furbette, maliziose, ingenue e candide della nostra giovinezza. Le ragazze con le quali abbiamo ballato guancia a guancia, le ragazze che abbiamo corteggiato, le ragazze che abbiamo amato, che ci hanno fatto gioire e disperare, le ragazze che sono state nostre compagne di scuola e nostre amiche. Le ragazze che abbiamo sposato.
Le nostre settantenni sono le ragazze che riuscivano a farci sentire padroni del mondo, padroni del tempo. Quelle ragazze che sapevano di latte e cacao, di pane e marmellata. Di sole e di cielo e che riuscivano a rapirci. Vorrei poterle riunire tutte queste splendide settantenni in un bel luogo in riva ad un mare di iridescente smeraldo come quello di Massaua e risentire insieme a loro la calda e suadente voce di Jo Stafford che canta “No other love can warm my heart”.
Ovviamente, parlando delle belle fanciulle di Asmara, faccio riferimento per lo più, a quelle della mia generazione che sono le asmarine settantenni.
Le asmarine settantenni di oggi, sono le ragazze tenere, furbette, maliziose, ingenue e candide della nostra giovinezza. Le ragazze con le quali abbiamo ballato guancia a guancia, le ragazze che abbiamo corteggiato, le ragazze che abbiamo amato, che ci hanno fatto gioire e disperare, le ragazze che sono state nostre compagne di scuola e nostre amiche. Le ragazze che abbiamo sposato.
Le nostre settantenni sono le ragazze che riuscivano a farci sentire padroni del mondo, padroni del tempo. Quelle ragazze che sapevano di latte e cacao, di pane e marmellata. Di sole e di cielo e che riuscivano a rapirci. Vorrei poterle riunire tutte queste splendide settantenni in un bel luogo in riva ad un mare di iridescente smeraldo come quello di Massaua e risentire insieme a loro la calda e suadente voce di Jo Stafford che canta “No other love can warmmy heart”.
O il vecchio Frankie che ci deliziava con il suo “Love is a many splendored thing“. Quante fra di loro hanno sognato di essere lì sulla collina di Hong Kong, all’ombra del pesco in fiore in attesa del giovane ed aitante William Holden, per l’ultimo addio al posto della Jennifer Jones.”.
O il vecchio Frankie che ci deliziava con il suo “Love is a many splendored thing“. Quante fra di loro hanno sognato di essere lì sulla collina di Hong Kong, all’ombra del pesco in fiore in attesa del giovane ed aitante William Holden, per l’ultimo addio al posto della Jennifer Jones.
Poi all’improvviso arrivo io a guastare tutta la poesia. Forse una di queste settantenni è stata il nostro primo amore perduto, ma non ricordiamo come. Sarebbe come fare un bagno di gioventù e forse, risentire la carezza della speranza su una guancia ancora per una volta. In Asmara, alla fine della stagione delle grandi piogge, diciamo verso la metà del mese di settembre, nei campi e nei prati fiorivano delle margheritone, che noi chiamavamo impropriamente “Le belle fanciulle”. Ricordo che, quando al mattino andavo in aeroporto, durante il percorso da Godaif, partendo dai prati del Parco del Littorio, fin quasi all’ingresso dell’aeroporto mi facevano compagnia. Era uno spettacolo indescrivibile tutta quella moltitudine di fiori e quella ricca varietà di colori, mi facevano stare bene. Ricordo, anche, che nell’arco della giornata alcuni Jaulets (ragazzi eritrei) ne coglievano per poi portarli in giro per Asmara e li andavano a vendere a qualche famiglia rimediando qualche cent. Inoltre, alla domenica mattina, prima di andare a fare le solite quattro vasche in Corso Italia, con Seppia e Pistola, Red e Gas Gas, Mani di Fata e me, non mancavamo di includere nel nostro giro in moto una visita alle belle fanciulle. Parcheggiavamo le moto sul bordo della strada, di fronte all’ingresso del Parco del Littorio. Subito oltre l’ingresso c’erano un paio di panchine, ci accomodavamo, e stavamo in religioso silenzio a guardare le corolle dei fiori che dolcemente ondeggiavano al vento accarezzate dalla brezza del mattino ormai inoltrato. Inseguito inforcate le moto andavamo in“Vasca”a tormentare le belle fanciulle. Quelle in carne ed ossa ovviamente. Pop