Enrico Mania, 24-4-09

Due anni sono trascorsi, ed esattamente il 28 marzo 2007, è venuta a mancare, nel quieto silenzio della Casa per suore comboniane anziane di Arco (Trento), dopo una breve malattia, “Suor Mitragliatrice”, ovvero suor Maranora, così chiamata dal suo mecenate Giuseppe Bettiol, titolare della cattedra di diritto penale all’Università di Padova. Aggiungo subito che questo ateneo, donando il gonfalone all’università di Asmara, assunse anche il patrocinio dell’Università “Santa Famiglia” di Asmara.

Bettiol, oltre ad essere noto negli ambienti universitari, era un uomo politico di spessore. Fra l’altro, era stato ministro della Pubblica Istruzione per la DC di cui era un esponente di tutto rispetto, e molto legato anche alle iniziative culturali nel “Corno d’Africa” (Eritrea – Somalia), oltre a Nairobi, nel Chenia. L’Africa orientale era e rimaneva, insomma, nel suo “Dna” di espansione della cultura italiana.

Suor Marianora, per la sua dialettica trasbordante, aveva accettato la simpatica definizione di Bettiol, dovuta alla sua forza convincente verso interlocutori sull’università di cui dall’inizio, oltre alle funzioni di rettore, era stata l’animatrice.

A questo proposito devo aggiungere che, qualche anno prima, monsignor Luigi Marinoni, vicario apostolico dell’Eritrea, aveva avuto contatti preliminari, e assolutamente non impegnativi, con padre Gemelli, fondatore della “Cattolica” di Milano e anche dell’omonima scuola di medicina annessa al Policlinico di Roma.

Aggiungo che l’arcivescovo, finché fu all’Asmara, ebbe sempre un atteggiamento di favore e di sostegno alla coraggiosa iniziativa delle suore delle Pie Madri della Nigrizia, la cui realizzazione cresceva prodigiosamente giorno dopo giorno.

Ma nel 1971, un ordine perentorio della nuova madre generale, suor Federica Bettari, che sostituiva, per scelta dell’assemblea elettiva, nelle funzioni, la precedente madre generale Teresa Costalunga, applicando uno dei cardini fondanti della Congregazione sulla “Santa Obbedienza”, richiamava suor Marianora Onnis, rettore dell’ateneo asmarino, e suor Fosca Berardi, vice rettore dello stesso istituto che insieme avevano fondato, di raggiungere immediatamente la sede generalizia della Congregazione delle Pie Madri di Roma e, mentre suor Marianora raggiungeva la mamma ammalata presso la residenza del fratello, don Antonio Onnis, parroco di Bannone (Parma), altre suore con funzioni particolari all’ateneo asmarino, come suor Anna Roncalli, segretaria, e nipote di Papa Giovanni, suor Filomena Di Nello, titolare di cattedra e pro rettore venivano destinate ad altre sedi in altri paesi.

La mamma di suor Marianora venne a mancare nel 1975 e lei (l’atto costitutivo della Congregazione lo consentiva) rimase nella casa parrocchiale presso il fratello fino alla morte del congiunto medesimo, avvenuta nel giorno di Natale del 1987. Qui c’è da sottolineare la religiosità della famiglia Onnis: dei tre figli, uno solo aveva scelto la vita laica e, sposato, si era sistemato, con un’azienda propria, nella cittadina di Suzzara.

Devo ricordare che don Tonino aveva conseguito i titoli di ingegnere e di architetto ed era autore del progetto riguardante l’edificio dell’università di Asmara, a cui mancavano ancora la realizzazione dell’attigua chiesa e della sala accademica.

Maestoso il quadriportico (con le logge soprastanti), dove avvenivano le cerimonie più significative della II Università del Paese. Soprattutto, nell’ampio cortile interno, veniva ospitata la cerimonia inaugurale e quelle del conferimento dei titoli, presiedute dall’Imperatore, cancelliere sia dell’ateneo addisabebino, la Haile Sellassie I University, sia dell’Università “Santa Famiglia” di Asmara. L’intendimento era quello di assicurare ad entrambe le sedi culturali di studi universitari uguali corsi, coordinandone i programmi fin dove possibile, e con identica dignità.

Dopo la morte del fratello, suor Marianora rientrava nella Congregazione e assegnata a Betania (Israele), e dopo qualche tempo raggiunse l’Università di Tantur, poco distante da Betlemme, per ricoprire le funzioni di bibliotecaria.

A Tantur, occorre aggiungere, esiste una università ecumenica voluta da Paolo VI , aperta a tutte le confessioni cristiane, per apprendere, approfondire, discutere i temi di attualità. Le funzioni di suor Marianora Onnis erano svolte con dedizione entusiastica, onde facilitare i compiti degli studiosi, nel trovare libri e scritti di particolare interesse. Soprattutto era soddisfatta di partecipare alle ricerche per i congressi che, di volta in volta, richiamavano la sua attenzione e il suo entusiasmo.

L’attività accattivante di suor Marianora in Terra Santa nel 2002 cessava e rientrava in un lavoro più adatto all’età raggiunta, ed in un clima di serenità totale. Infatti era assegnata, ancora come bibliotecaria, nella Casa di riposo per comboniane anziane di Arco (Trento).

Nell’ultimo periodo della sua vita terrena ho avuto con suor Marianora alcuni contatti telefonici e le avevo inviato il mio libro: “NON SOLO CRONACA DELL’ACROCORO”. Con la sottintesa promessa di avere un suo giudizio. Non l’ho avuto. È mancato il tempo. I suoi elogi, comunque, mi hanno appagato come un esame superato. Con l’ abbraccio accademico finale.

Intanto, e a distanza quasi di un quarantennio, al vertice della Congregazione delle Pie Madri della Nigrizia, un vento rinnovatore ha mosso le prime foglie di una attesa rivalutazione.

in testata: Suor Marianora Onnis, rettore dell’Università “Santa Famiglia”, consegna all’Imperatore d’Etiopia Haile Sellassie I, Cancelliere dell’ateneo, i primi diplomi conseguiti dagli studenti dei diversi corsi

Il maestoso edificio dell’Università fotografato da Antioco Lusci da un elicottero in volo

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